Azienda Agricola Di Francesco

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L'Azienda Agricola Di Francesco ha i suoi terreni all'interno dell'area geografica del Limone dell'Etna e più precisamente in quell'area collinare etnea a quota 260 m.s.m., ricadente nel comune di San Gregorio di Catania, che si affaccia sulla scogliera ionica di Ognina e Acicastello; essa è facilmente raggiungibile sia da Catania, dalla quale dista solo 6 km , che dal resto della Sicilia, in quanto si trova a soli 1500 metri dal casello autostradale Catania-Messina e dalla tangenziale di Catania; infine dista soltanto 1000 metri dal centro storico del comune di San Gregorio.

In essa si coltivano principalmente limoni della varietà “Femminello zagara bianca” seguendo i dettami del Disciplinare di produzione del Limone dell'Etna (IGP). La pratica agricola adottata fonde inoltre le più antiche tecniche agricole tramandate da generazioni, come la “forzatura” delle piante per la produzione dei frutti estivi “verdelli”, e i più moderni saperi dell'agricoltura biologica ed integrata, perché una buona conoscenza dei cicli naturali e del territorio in cui si opera concorrono a realizzare una produzione di buona qualità nel totale rispetto dell'ambiente, cosa che un agricoltura fortemente industrializzata non consente.

Ma la nostra azienda non è solo cura dei nostri prodotti, è anche memoria storica del territorio e delle antiche usanze, è custode di biodiversità, ospita un'area naturalistica e un importante sito geologico. Infatti in essa sono ancora presenti due antichi manufatti caratteristici della zona etnea, le così dette “casedde”, costruzioni con pareti in pietra lavica (realizzate scegliendo opportunamente i massi lavici raccolti sul terreno durante le opere di spietramento) e copertura in canne e coppi; esse sono utilizzate come ricovero attrezzi e magazzino e risalgono all'epoca in cui l'azienda era parte di un vasta tenuta vinicola condotta dalla famiglia sin dalla metà del 1800.

Così come sono state conservate molte delle opere di distribuzione dell'acqua irrigua che furono realizzate tra il 1954 e il 1956, cioè quando fu intrapresa un importante trasformazione fondiaria necessaria all'impianto di 4 ettari di limoneto. In tale occasione oltre a essere stata potenziata la viabilità con la costruzione di una strada che percorre la proprietà da nord a sud, indispensabile al trasporto dei prodotti, furono realizzate tutte quelle opere necessarie per un sistema di irrigazione per conche; in particolare 2400 m di canalizzazione, consistente in dei canaloni, in argilla o terracotta, posti su muretti in conci di pietra lavica posizionati tra i terrazzamenti, corredata da saracinesche di deviazione in cotto agli snodi, le vasche di raccolta e distribuzione, i castelletti.

Inoltre nell'area più a sud-est della proprietà si trova uno dei siti geologici facenti parte della “Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti” , si tratta di una cavità di scorrimento lavico censita col nome di “Grotta Di Bella”, che si distingue per le notevoli dimensioni dell’ampia sala principale che raggiunge un'altezza di oltre m 8,00; ad essa si accede tramite uno stretto ingresso immerso in un piccolo boschetto di piante spontanee autoctone costituito prevalentemente da bagolari, olivastri e fichidindia.

Una delle tante aree popolate da varie specie vegetali spontanee tipiche dell'Etna che costituiscono delle piccole oasi di biodiversità che arricchiscono l'azienda. Così passeggiando lungo la viabilità principale che attraversa tutta l'azienda o addentrandosi sui percorsi pedonali, che penetrano la proprietà, si ci può trovare immersi nel giardino di limoni, e godere del profumo della zagara o della fragranza degli agrumi ancora non raccolti, o imbattersi nei vari alberi da frutto che sono sparsi nella proprietà, e nello stesso tempo dare uno sguardo ai complessi sistemi di irrigazione adottati sin dai tempi più antichi.

Come si ci può fermare all'ombra di qualche olivo o di uno dei tanti boschetti ricchi di una variegata flora mediterranea, senza mai perdere di vista la nostra Etna; o infine seguire il tracciato, composto di ampli lastroni, di un'antica colata lavica di età preistorica fino a raggiungere l'imboccatura della grotta , dando uno sguardo al mar Ionio e alla scogliera di Acicastello.